«Nella vita come nel lavoro, siamo sempre eredi e innovatori al medesimo tempo: non c’è frattura tra questi due concetti, bensì armonia. [...]»
Alumni Università Cattolica del Sacro Cuore
In un verso di Goethe c’è tutta l’appassionante tensione dell’esistenza umana:“Quello che hai ereditato dai tuoi padri riguadagnalo per possederlo”. Nel momento stesso in cui veniamo al mondo ciascuno di noi già si trova uno zaino sulle spalle: lingua, patria, cultura e tutto ciò che viene dalle radici da cui siamo spuntati.
Eredi e Innovatori ha un significato che si presta alla formula di indagine sul ruolo dell’università come luogo di passaggio significativo per la stagione della vita dello studente: è l’occasione in cui si raccoglie un’eredità ma allo stesso tempo la si rinnova. Il palinsesto della cultura che viene consegnata non rimane uguale e identico ma viene elaborato da chi lo riceve e lo riconsegna alle successive generazioni. Come afferma il Rettore, Prof. Franco Anelli:
«L'università è un luogo di transito delle persone e delle idee, nel quale raccogliere, innovare e restituire il patrimonio culturale».
Diamo voce agli alumni che hanno reinterpretato la preziosa eredità ricevuta e si sentono protagonisti del presente grazie al bagaglio acquisito da studenti: dalle competenze professionali agli strumenti necessari per fronteggiare un mondo in continua trasformazione.
“Eredi & Innovatori, giovani protagonisti della storia” è il tema scelto quest’anno per la 94° Giornata universitaria, in occasione della quale il 19 aprile 2018 si è svolto nei chiostri di largo Gemelli, un incontro che ha coinvolto alcuni laureati dell'Ateneo.
«Nella vita come nel lavoro, siamo sempre eredi e innovatori al medesimo tempo: non c’è frattura tra questi due concetti, bensì armonia. [...]»
«Tutti nella vita ereditano qualcosa: qualità, pregi, difetti. Essendo innovatori sta a noi scoprirli e migliorarli giorno dopo giorno, prendendo in mano il nostro futuro, per diventare ciò che sogniamo di essere»
«Con il mio lavoro mi trovo a essere erede e innovatore allo stesso tempo: procedo sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto cercando di aggiungere qualcosa di diverso e nuovo a un universo che già esiste»
«L’eredità non è uno scrigno da custodire, è una cosa che si guadagna giorno per giorno, è una convinzione quotidiana, anche mettendosi in discussione, perché molte volte si trovano conferme, altre si riesce anche a fare innovazione»
«Un erede che vuole essere tale deve per forza essere anche innovatore: essere “erede” significa conservare ma soprattutto arricchire e sviluppare quanto ci viene tramandato in termini di conoscenze, valori e modelli di pensiero»
«Mi piace questa parola “erede” perché la collego al concetto del “tesoro” che si riceve gratuitamente, senza “esserselo meritato”, è un dono»
«Si deve sempre cercare l’equilibrio tra il passato con le sue lezioni, la sua esperienza e direi anche il suo comfort e il futuro con le innumerevoli possibilità, alcune ancora sconosciute, ed i rischi associati»
«Quello che sto cercando di fare è mettere a fattor comune tutte le forze giovanili che abbiamo sul territorio, a partire dall’università»
«Erede è qualcuno che riceve qualcosa di già fatto e da questo punto di vista non mi sento erede. Innovatrice sì, invece»